lunedì 7 settembre 2009

Garelli Jacques, Dall’entità all’evento. La fenomenologia a prova della scienza e dell’arte contemporanee


Garelli Jacques, Dall’entità all’evento. La fenomenologia a prova della scienza e dell’arte contemporanee

Isbn 9788884839466
Anno 2009
Euro 18,00


I sette studi che compogono quest’opera --– la prima a essere tradotta in italiano del prestigioso filosofo e poeta francese Jacques Garelli – si organizzano intorno all’opposizione che progressivamente si delinea tra entità ed eventi, operazioni e strutture, mettendo in rapporto l’ultimo pensiero di Merleau-Ponty con alcune correnti dell’epistemologia contemporanea, in particolare la concezione simondoniana dell’allagmatica, in quanto teoria degli scambi e dei cambiamenti. Questo approccio è arricchito da una meditazione sulla dimensione operativa del Cogito cartesiano e sulla teoria dell’atto analogico, ispirata dal percorso platonico del Sofista.
L’opera prende poi in esame le tesi della fisica quantistica, così come sono indagate nel corso di Merleau-Ponty sulla Natura, quelle recenti dell’astrofisica, gli approcci linguistici di Saussure, rivalutati in funzione della scoperta dei manoscritti dell’Orangerie, le tesi della psicopatologia influenzate dalle riflessioni di Lacan sulla nozione di struttura.
L’indagine rivela inoltre a dimensione ontologica delle opere d’arte pittoriche, romanzesche e poetiche, il cui movimento operativo, irriducibile a uno statuto strutturale strettamente formale, è interpretato intrecciando l’approccio dei giudizi riflettenti kantiani e quello della problematica antepredicativa dell’essere-nel-mondo.
Emerge così una certa concezione dell’evento, opposta alla nozione di entità astratta di origine sostanzialista, e si apre la possibilità di un’originale meditazione filosofica sull’atto di pensiero scientifico e artistico, di cui ciascuno dei presenti studi tiene a preservare la specificità e l’enigma.


Jacques Garelli, filosofo e poeta. Ha insegnato sia letteratura sia filosofia presso le Università di Yale, di New York (N.Y.U.) e di Amiens. Opere di filosofia e di estetica: La gravitation poétique; Le recel et la dispersion; Artaud et la question du lieu; Le temps des signes; Rythmes et mondes; Introduction au logos du monde esthétique; Sur la mémoire du monde in Penser le poème. Poesie: Brèche; Les Dépossessions suivi de Prendre appui; Lieux précaires; L’ubiquité d’être suivi de Difficile séjour; Archives du silence suivi de Récurrences du songe; L’Entrée en démesure suivi de L’Ecoute et le regard. Tra le ultime pubblicazioni segnaliamo Fragments d’un corps en archipel (José Corti, 2007).

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martedì 21 luglio 2009

Mauro Carbone, Sullo schermo dell'estetica. La pittura, il cinema e la filosofia da fare

Isbn 9788884837189
Anno 2008
Euro 15,00

“Con l’unità antimetafisica di caos e cosmo sembra allora fare tutt’uno anche quella che sottende la duplice identità – di scienza della conoscenza sensibile e di filosofia dell’arte – storicamente assunta dell’estetica. Appunto in tale unità stanno perciò le risorse che essa può offrire alla filosofia che oggi ci preme”.

Mauro Carbone

A partire dall’ultimo scorcio del XIX secolo, la crisi del pensiero metafisico ha trasformato radicalmente il nostro modo di considerare lo “schermo” del sensibile in cui l’arte affonda le sue radici: anziché occultare la verità, si è riconosciuto che esso la rende visibile, mostrandosi possibilità stessa del suo irradiarsi. Muove da qui, nella filosofia francese dell’ultimo Novecento, una tradizione di riflessione sulla pittura inaugurata da Merleau-Ponty e rilanciata da Lyotard, Foucault, Maldiney, Deleuze, Derrida, Nancy, per ricordare solo i nomi più noti. E’ una tradizione dallo stile inconfondibile, mediante cui la filosofia – invece di assumere le arti a proprio
oggetto – nelle arti si riflette per interrogarle e interrogarsi su come pensare ed esprimere il nostro mutato rapporto con gli altri, le cose, il mondo. Cercandovi insomma le parole per dirlo e per dirsi. In quella tradizione s’inscrive questo libro, nel contempo discutendola e cercando di prolungarla.


Mauro Carbone è professore ordinario di Estetica presso l’Université “Jean-Moulin”-Lyon 3, primo filosofo italiano ad essere direttamente nominato professore in Francia. In precedenza, ha lavorato per sedici anni presso l’Università degli Studi di Milano, inaugurandovi peraltro l’insegnamento di Estetica contemporanea. Considerato a livello internazionale uno dei più importanti specialisti della filosofia di Maurice Merleau-Ponty, ha fondato e co-dirige dal 1999 la rivista Chiasmi International. Pubblicazione trilingue intorno al pensiero di Merleau-Ponty. Dal 2002 dirige inoltre la collana italo-francese L’occhio e lo spirito / L’oeil et l’esprit per le edizioni Mimesis. Le sue ricerche si sono andate via via allargando alla più recente produzione filosofica d’ispirazione francese, cercando di prolungarne la riflessione in un’autonoma elaborazione teorica. Tra i suoi ultimi volumi, Una deformazione senza precedenti. Marcel Proust e le idee sensibili (Quodlibet, Macerata 2004), che ha ottenuto, ex-aequo, il primo premio “Viaggio a Siracusa” ed è ora tradotto in francese, nonché Essere morti insieme. L’evento dell’11 settembre 2001 (Bollati Boringhieri, Torino 2007) e Sullo schermo dell’estetica. La pittura, il cinema e la filosofia da fare (Mimesis, Milano 2008), che nel 2009 ha conseguito, ex-aequo, il “Premio internazionale Maurizio Grande” riservato a saggi d’argomento cinematografico.




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Recensione - Sole 24 ore

Amedeo Vigorelli, Il disgusto del tempo. La noia come tonalità affettiva



Isbn 9788884839015
Anno 2009
pp. 213
Euro 15,00



La noia come tonalità affettiva fondamentale, legata al sentimento del tempo, è posta da questo studio al centro di un ripensamento etico dei problemi dell’antropologia filosofica. L’approccio interdisciplinare a questo tema, difficile e sfuggente, ha dovuto tener conto sia delle classiche impostazioni della psicologia fenomenologica e della psicoanalisi esistenzialista, sia degli studi dell’antropologia storica e della storia dei concetti. Nei tre capitoli, in cui è articolato il volume, viene analizzata la struttura ontologica della noia, in quanto sentimento vitale; la sua specifica intenzionalità, rivolta al sentire temporale; la sua tipicità storica e antropologica, come tonalità minore della melanconia. Il confronto con le interpretazioni di Heidegger, Sartre e Jankélévitch, così come le suggestioni ricavate dalle ricerche di Kolnai, Minkowski e Binswanger, hanno consentito un’esauriente chiarificazione fenomenologica del tema. Il percorso storico, attraverso l’acedia di Petrarca, l’ennui di Pascal, la melanconia di Leopardi, introduce il lettore a una stimolante disamina della modernità del sentimento, che si apre su nuove indagini.


Amedeo Vigorelli è professore di Filosofia Morale all’Università degli Studi di Milano. Oltre alla trilogia di monografie dedicate alla Scuola di Milano: L’esistenzialismo positivo di Enzo Paci (Milano 1987), Piero Martinetti. La metafisica civile di un filosofo dimenticato (Milano 1998), La nostra inquietudine (Milano 2007), con il presente volume si completa una parallela trilogia morale, i cui precedenti volumi sono rappresentati da:
Il riso e il pianto. Introduzione a Schopenhauer (Milano 1998) e L’animale eccentrico. Dall’antropologia filosofica all’etica comunitaria (Milano 2003).

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Markus Ophälders, Labirinti. Saggi di estetica e critica della cultura



Isbn 9788884837547
Anno 2008
pp. 141
Euro 15, 00



La notte del presente è labirintica. Una via d’uscita ci deve essere, ma si rivelerà via traversa, tortuosa e impervia. Il filo d’Arianna costituisce la sottile linea della salvezza: segue mimeticamente il movimento interiore del labirinto e, in tal modo, lo comprende; comprendere qualcosa, significa saperla esprimere, tradurre e interpretare. In questo senso può essere letta anche la versione del mito in cui Arianna è associata alla luna, cioè alla pallida luce della notte; Arianna sarebbe dunque colei che nell’oscurità del labirinto riesce vedere. È in gioco la possibilità di tradurre in modo critico le forme culturali passate, attraverso la crisi presente, alla ricerca di un futuro possibile. Si tratta di trovare ricordi al futuro, momenti del passato cioè che siano capaci di accompagnare il nostro viaggio e dischiudere orizzonti altri. Tali ricordi al futuro, ripercorsi attraverso le riflessioni su Beckett, Picasso, Spengler, Banfi, Adorno, Schlegel e Beethoven, costituiscono il centro assente, intorno al quale sono in costellazione i saggi del volume.


Markus Ophälders insegna Estetica all’Università degli studi di Milano. Nato a Poughkeepsie (N.Y., Stati Uniti) da genitori tedeschi, ha svolto studi di filosofia, psicologia e germanistica a Berlino, Milano e Bologna. I suoi studi vertono principalmente su problemi di teoria estetica e di filosofia della storia nella riflessione filosofica tedesca del XIX e XX secolo. Ha pubblicato Dialettica dell’ironia romantica, Bologna 2000; Costruire l’esperienza. Saggio su Walter Benjamin, Bologna 2001; Romantische Ironie, Würzburg 2004, Filosofia arte estetica, Milano 2008.

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Maurice Merleau-Ponty, Le avventure della dialettica


Isbn 9788884838001
Anno 2009
Euro 18,00

Introduzione di Mauro Carbone
Nuova edizione italiana e postfazione a cura di Davide Scarso

Le avventure della dialettica è stato definito il “libro maledetto” di Merleau-Ponty. Nulla di strano: si sa che chi precorre i tempi deve attenderne l’arrivo in condizioni scomode, come si sa che i libri maledetti sono spesso precursori. È senz’altro il caso di questo, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1955, i cui approdi – dichiarando finita la credibilità dell’ideologia comunista senza dover neppure attendere, diciotto mesi dopo, la rivolta d’Ungheria e la sua sanguinosa repressione da parte sovietica – anticipavano di trentaquattro anni la caduta del muro di Berlino.
Ma attenzione: Le avventure della dialettica non si limita a precorrere ciò. Più ancora, esso cerca d’impostare i problemi che si sarebbero aperti proprio con la caduta del muro di Berlino, ovvero quei problemi che la fine della credibilità dell’ideologia comunista non cessa di porre a chi, in tale fine, non si convince a leggere la confessione storica dell’insuperabile bontà del sistema capitalistico.
Infatti, crollato oggi il castello di tali trionfalistici annunci, ecco tornare l’esigenza di quell’interrogazione filosofica della storia e di quell’interrogazione storica della filosofia che Merleau-Ponty magistralmente pratica nelle Avventure della dialettica. Perciò la riflessione sull’epoca presente può trovare qui il dono di un pensiero per lei sorprendentemente prezioso.

Maurice Merleau-Ponty (1908-1961), giudicato il più importante filosofo francese d’indirizzo fenomenologico e uno dei più originali del XX secolo, ha insegnato all’Università di Lione, poi alla Sorbona e infine al Collège de France, la massima istituzione universitaria francese. Fra i suoi altri libri, vanno ricordati almeno Fenomenologia della percezione (1945, ed. it. Bompiani, Milano 2003), il più importante da lui ultimato, le raccolte di articoli intitolate Senso e non senso (1948, ed. it. Net, Milano 2004) e Segni (1960, ed. it. Net, Milano 2003), nonché il postumo
Il visibile e l’invisibile (1964, ed. it. Bompiani, Milano 20075), che registra i più maturi sviluppi del suo pensiero.

Mauro Carbone è professore di Estetica contemporanea nell’Università degli Studi di Milano. Considerato a livello internazionale uno dei più importanti specialisti della filosofia di Merleau-Ponty, cerca di prolungare l’ispirazione del pensiero francese contemporaneo in un’autonoma elaborazione teorica. Tra i suoi ultimi volumi: Essere morti insieme. L’evento dell’11 settembre 2001 (Bollati Boringhieri, Torino 2007) e Sullo schermo dell’estetica. La pittura, il cinema e la filosofia da fare (Mimesis, Milano 2008).

Davide Scarso è dottorando in Filosofia presso la Universidade Clássica di Lisbona, dove sta ultimando una tesi su Maurice Merleau-Ponty e Claude Lévi-Strauss. Ha pubblicato vari articoli sul pensiero di questi autori in riviste e opere collettive. È redattore della rivista internazionale di studi merleau-pontiani “Chiasmi international”.

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Intorno all'immagine

A cura di Pina De Luca

La natura dell’immagine, l’esperienza di pensiero che vi si compie, il rapporto immagine-percezione, immagine-etica, i modi di esibizione dell’immagine (cinema, fotografia, scultura, poesia) e i suoi linguaggi, sono le questioni su cui si interrogano i saggi compresi nel volume.
Gli interventi, seguendo propri percorsi e prospettando scenari teorici diversi, disegnano una trama mobile, complicata e plurale da cui emerge non solo la densa problematicità dell’immagine, ma anche la sua capacità di accogliere e comprendere criticamente la complessità del nostro tempo.

Il volume, curato da P. De Luca, raccoglie interventi di: P. De Luca, F. Desideri, G. Di Giacomo, F. Fimiani, J. Galan, P. Montani, S. Petrosino, A. Valtolina, F. Vitale.

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Pierandrea Amato, Antigone et Platon. La « biopolitique » dans la pensée antique



Isbn 9788884838223
Anno 2008
Euro 10,00





La dissolution juridique du conflit tragique entre les Justices est à l’origine politique de l’Occident. Mais la loi ne suffit pas à résoudre les tensions qui tourmentent la polis. Platon s’efforcera de faire disparaître cette inquiétude en formant un citoyen vertueux par nature, directement en harmonie avec le bien de la communauté. Ce livre veut vérifier si la notion de Michel Foucault, la « biopolitique », peut être appliquée au-delà de sa traditionnelle définition historique. Non pas comme dilemme exclusivement moderne, mais comme nœud ontologique de la politique depuis sa fondation à Athènes. Bref, il s’agit de déceler encore un lien conceptuel entre l’oikos et l’économie. En analysant la trilogie de l’Orestie d’Eschyle, la mythologie œdipienne et la fondation platonicienne de la cité juste, l’auteur explore la situation d’Athènes entre le Ve et le IVe siècle avant J.-C., lacérée par les conflits entre la loi et la justice, entre le pouvoir et la vie.


Pierandrea Amato est maître d’enseignement et de recherche en philosophie à la faculté de philosophie et lettres de l’Université de Messina, Italie.

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Claudio Rozzoni, Ricordarsi è creare. L’essenza estetica nella Recherche di Marcel Proust



Isbn 9788884837592
Anno 2008
Euro16,00




Chi è il Narratore del grande romanzo di Proust? Cosa vede? Cosa lo muove?
“È molto strano questo Narratore: gli si mostra qualcosa e lui non vede” (G. Deleuze).

Eppure da qualcosa è attirato, da qualcosa è chiamato all’azione questo Je il cui lavorìo di ragno si rivela come il rovescio del tessere di Penelope. Egli non sembra vedere gli uomini perché non crede più agli individui. Vede solo ciò che risuona fra due manifestazioni d’una medesima persona, di due persone diverse, di due frasi musicali. Non vede le cose perché coglie ciò che fra esse echeggia, ciò che le eccede senza esservi contenuto. Egli non sembra attirato che dalle essenze. Ed è appunto con esse che questo libro si vuol misurare. Per mostrare come, sviluppandone filosoficamente la caratterizzazione proustiana, la tradizionale nozione di “essenza” stabile perché collocata al di là del sensibile si frantumi, lasciando emergere il pensiero di un’essenza estetica che insiste alla superficie delle cose e delle parole.


Claudio Rozzoni è dottorando di ricerca in “Estetica e teoria delle arti” presso l’Università degli Studi di Palermo. Collabora attivamente con la cattedra di Estetica contemporanea dell’Università degli Studi di Milano, presso la quale si è laureato. È redattore della rivista Chiasmi International. Pubblicazione trilingue intorno al pensiero di Merleau-Ponty. Fra i saggi pubblicati: I sentieri della musica: le idee notturne (2006).

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Nicola Comerci, La deiscenza dell’altro. Intersoggettività e comunità in Merleau-Ponty



Isbn 9788884838193
Anno 2009
Euro 35,00





Con «deiscenza» Merleau-Ponty indica l’emergere, in seno alla dimensione ontologica della chair, delle differenziazioni interne in cui e di cui si articola la teleologia dell’Être sauvage.
Di tale deiscenza partecipano anche l’io e l’altro, in modo che la question d’autrui assume un punto d’osservazione originale che trasforma l’idea di intersoggettività, conferendole uno statuto inedito al di là di ogni convincimento proprio della metafisica tradizionale.
Nel centenario della sua nascita (1908-1961), attraverso lo studio di tutta la sua produzione (libri, saggi, interventi, note inedite…), questo volume si propone pertanto di indagare quale sia il ruolo della dimensione intersoggettiva nel quadro complessivo dell’itinerario filosofico di Merleau-Ponty, per rilevare inoltre come da esso affiori una visione “impensata” della comunità che offre indicazioni attuali per il pensiero politico e morale contemporaneo.


Nicola Comerci (Tempio Pausania, 1976) è docente di ruolo di filosofia nei licei. Laureato in Filosofia (Roma, La Sapienza, 1999), dopo un periodo di formazione a Parigi ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia nel 2004 (Università di Macerata). Dallo stesso anno insegna Filosofia Politica nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari. È autore di diversi articoli e interventi di natura etica e politica in ambito ermeneutico e fenomenologico. Ha curato il volume L’enigma della trascendenza. Riflessi etico-politici dell’alterità (Editori Riuniti, Roma, 2006).

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Luca Vanzago, Coscienza e alterità. La soggettività fenomenologica nelle Meditazioni Cartesiane e nei manoscritti di ricerca di Husserl



ISBN 9788884836311
Anno 2008
Euro 15,00




Le Meditazioni cartesiane di Husserl sono un testo celeberrimo ma anche notoriamente ostico. Enormemente influenti per intere generazioni di studiosi di fenomenologia, hanno dato luogo, significativamente, a interpretazioni tra loro molto diverse quando non opposte. Scritte ma non pubblicate dal suo autore, hanno nondimeno rappresentato l’immagine più ufficiale di un pensiero che tuttavia non ha mai smesso di interrogarsi su se stesso e sulle proprie fondamentali presupposizioni, sul senso dell’impresa fenomenologica nel suo complesso e in particolare sullo statuto della soggettività fenomenologica e sul complesso nodo del rapporto tra l’io e l’altro. A quasi ottant’anni dalle conferenze tenute da Husserl alla Sorbona, che ne rappresentano l’origine, e a più di mezzo secolo di distanza dalla pubblicazione del testo tedesco, si può oggi tornare a rileggere questa magistrale sintesi del pensiero husserliano alla luce della pubblicazione dei manoscritti che ne precedono, accompagnano e proseguono il movimento di riflessione. Si può cioè fare il punto su tutti i temi centrali della filosofia di Husserl, e contemporaneamente riproporre quell’impresa di introduzione alla fenomenologia che il filosofo tedesco non soltanto assegnava a questo testo, ma significativamente vedeva come la cifra stessa del proprio pensiero. Una introduzione all’introduzione, dunque, che discutendo il testo nelle sue pieghe, nei suoi presupposti impliciti e nei suoi aspetti problematici, prova a tornare a considerare la fenomenologia non tanto in termini di dottrina filosofica tra altre, quanto (seguendo l’indicazione di Heidegger) come compito del pensiero. E una introduzione che cerca di mostrare in che senso si possa oggi parlare di un Husserl nuovo e diverso rispetto all’immagine tradizionale, da tempo consolidata ma in realtà ancora da discutere e forse da ripensare profondamente. La fenomenologia si pone il compito di essere una scienza della soggettività, e questo saggio prova a mostrare la plausibilità, la fattibilità e in effetti anche la necessità di tale paradossale rivendicazione.


Luca Vanzago ha studiato a Pavia, dove si è laureato, a Napoli e a Lovanio in Belgio dove ha conseguito il PhD. Attualmente è ricercatore in filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Pavia, dove insegna filosofia teoretica e storia della filosofia. Si occupa di fenomenologia, di filosofia della temporalità e di problematiche concernenti l’antropologia filosofica e la filosofia della psicologia. Ha pubblicato Modi del tempo (Mimesis 2001) e L’evento del tempo (Mimesis 2005), oltre a numerosi saggi su riviste e libri italiani e internazionali.

SFOGLIALO
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Tommaso Ariemma, Il senso del nudo



ISBN 9788884836151
Anno 2008
Euro 11,00




Andare a toccare il nudo significa andare a toccare tutto. La nudità è il fenomeno fondamentale intorno al quale si raccolgono tutti i momenti dell’esistenza, come l’erotismo, la tecnica, l’opera d’arte, solo per indicarne alcuni. Il presente studio tenta di liberare la nudità dagli ambiti angusti entro i quali la tradizione occidentale l’ha confinata, per pensare il suo senso profondo.
Decostruendo il grande canone della filosofia occidentale da Eraclito a Heidegger e servendosi dei risultati più interessanti del pensiero francese contemporaneo (da Georges Bataille a Jean-Luc Nancy), la nudità viene elevata a tema decisivo di una filosofia dell’avvenire.


Tommaso Ariemma, dottore di ricerca in filosofia, collabora con la cattedra di Estetica dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. È stato direttore della rivista di filosofia, arte e letteratura “Ameba”. Ha pubblicato i volumi Fenomenologia dell’estremo. Heidegger, Rilke, Cézanne (Mimesis, 2005) e Il nudo e l’animale. Filosofia dell’esposizione (Editori Riuniti, 2006).

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Tonino Griffero, Il corpo spirituale. Ontologie “sottili” da Paolo di Tarso a Friedrich Christoph Oetinger



ISBN 9788884834133
Anno 2007
Euro 28,00




Abbiamo o siamo un corpo? La domanda ha senso solo se con “corpo” si intende, oltre al provvisorio supporto materiale della vita organica, anche il punto di orientamento “estetico” del commercio col mondo e, forse, perfino una non meglio precisata materia “sottile”. La crisi del dualismo corpo/spirito provocata dalle tecnoscienze potrebbe a sua volta imparare qualcosa dall’evoluzione “carsica” del concetto di “corpo spirituale”, autentico ideale regolativo di molti saperi premoderni (non solo esoterici), da un esame cioè di alcuni dei principali modelli di ontologia “sottile”: dall’escatologia cristiana del corpo risorto, giungendo, attraverso varie metafisiche “intermediariste” (l’ochema neoplatonico, il corpo eucaristico e di Maria, il corpo astrale del paracelsismo, lo spirito della filosofia medica, imponderabili fisico-mistici come l’etere, la quintessenza alchemica, ecc.), all’organica concezione della Geistleiblichkeit di un teologo dell’età dei Lumi come Friedrich Christoph Oetinger.
Ne emerge un “pluralismo ilico” che resiste alla progressiva identificazione di spirituale e incorporeo in nome di un’ontologia stratificata e carica di aspettative epistemologiche non meno che soteriologiche; non tanto e non solo dunque un’arcaica metafisica costretta alla clandestinità dal razionalismo moderno, quanto un autentico revenant del pensiero occidentale, che nel corpo spirituale ha cercato la condizione di possibilità non solo dell’interazione psicosomatica ma anche della salvezza (eventualmente pre-escatologica) dalla corruzione delle cose.


Tonino Griffero è professore ordinario di Estetica nella Università di Roma Tor Vergata e membro della Direzione della “Rivista di Estetica”. Tra le sue pubblicazioni (www.labont.it/griffero): Interpretare. La teoria di Emilio Betti e il suo contesto (Torino 1988), Spirito e forme di vita. La filosofia della cultura di Eduard Spranger (Milano 1990), Senso e immagine. Simbolo e mito nel primo Schelling (Milano 1994), Cosmo Arte Natura. Itinerari schellinghiani, (Milano 1995), L’estetica di Schelling (Roma-Bari 1996), Oetinger e Schelling. Teosofia e realismo biblico alle origini dell’idealismo tedesco (Segrate-Milano 2000). Immagini attive. Breve storia dell’immaginazione transitiva (Firenze 2003).

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Jacques Garelli, La mort et le songe



Isbn 9788884835055
Anno 2006
Euro 16,00




Au-delà de l’opposition traditionnelle entre mort de soi et mort de l’autre et à l’écart de la conception heideggérienne de la mort interrogée en profondeur, cet ouvrage de Jacques Garelli prospecte une autre alternative : celle de l’expérience de la mort comme amputation du champ trans-individuel de l’être-au-monde du survivant inextricablement mêlé à l’être-au-monde du disparu.
Or, la mort ne se réduit pas à un problème strictement humain. Elle concerne l’évolution cosmique de l’ensemble des galaxies, dont on ne peut dissocier notre destin planétaire. Situation questionnée dans la troisième section de cet ouvrage et qui ouvre sur la problématique du Sublime kantien, situé comme en abîme au cœur de la problématique de la mort. Dès lors, un réseau de tensions se noue entre l’irréductibilité de la douleur de l’homme face à l’épreuve singulière de la mort et une certaine forme de sérénité cosmique que la méditation philosophique, scientifique et la pratique de la création artistique peuvent aider à conquérir.
C’est en tenant compte de cette situation complexe que la méditation sur la mort, irréductible à un genre commun, ouvre sur la problématique du songe cosmique.

Jacques Garelli, philosophe et poète, a enseigné aussi bien la littérature que la philosophie dans les Universités de Yale, de New York (N.Y.U.) et d’Amiens.

Ouvrages de philosophie et d’esthétique : La gravitation poétique, Le recel et la dispersion, Artaud et la question du lieu, Le temps des signes, Rythmes et mondes, Introduction au logos du monde esthétique, De l’entité à l’événement : la phénoménologie à l’épreuve de la science et de l’art contemporains.
Poèmes : Brèche, Les dépossessions,suivi de Prendre appui, Lieux précaires, L’ubiquité d’être suivi de Difficile séjour, Archives du silence suivi de Récurrences du songe, L’entrée en démesure suivi de l’Ecoute et le regard.

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August Macke, Franz Marc - Il nostro sogno. Lettere 1910 - 1914

A cura di M. Passaro

Isbn 8884834104
Anno 2007
pp. 147
Euro 14,00



Il carteggio, edito per la prima volta in Italia, è la testimonianza di un importante sodalizio artistico, quello fra due grandi interpreti dell'avanguardia tedesca, August Macke e Franz Marc. Attraverso il quotidiano scambio di idee e riflessioni sull'arte, l'epistolario sviluppa, in maniera chiara e rigorosa, argomenti centrali per la comprensione dell'Espressionismo tedesco. Le complesse problematiche legate alla costruzione della nuova arte sono al centro di scambi suggestivi: fondamentale qui è il progetto di un'idea dell'arte che porterà alla realizzazione del grande evento del 'Blaue Reiter’. L’epistolario, da leggere accanto allo Spirituale dell'arte di Kandinsky, alla Teoria della forma e della figurazione di Klee, ai Cento aforismi. La seconda vista di Marc, è un documento fondamentale per la ricostruzione del panorama storico-artistico dell’età delle Avanguardie.


Maria Passaro (Berna, 1964), attualmente insegna Storia dell’Arte contempora-nea nell’Università degli Studi ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli. Studiosa dell’Espressionismo, oltre a vari saggi sull’arte italiana ed europea del Novecento, ha pubblicato i volumi Pittura e Poesia. Franz Marc e Else Lasker-Schüler (Napoli 2000), Espressionismo in U.S.A. Collezioni private e Musei (Napoli 2002) e curato l’edizione italiana de Il Volto e il colore. Aforismi, lettere, memorie di Alexej von Jawlensky (Milano 1995).

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Miguel De Beistegui, L'immagine di quel pensiero. Deleuze filosofo dell'immanenza



Isbn 9788884833068
Anno 2007
pp. 143
Euro 16,00




Cosa significa “pensare”? Quale immagine si sprigiona dal pensiero (filosofico, artistico o scientifico) non appena questo si sia liberato dalle forme della rappresentazione? A questa domanda, Deleuze ha tentato di dare una risposta: è dalla sua capacità di raggiungere l’immanenza e di neutralizzare le istanze di trascendenza incessantemente risorgenti che giudicheremo la salute e l’efficacia di un pensiero. Se l’immanenza si dimostra difficile da cogliere, e ancor più da definire, è perché bisogna innanzitutto farla. In questo saggio, ci proponiamo di seguire il percorso sinuoso di un’immanenza che si cerca e di un pensiero che si fa. Ci proponiamo di elevare l’immanenza a pietra angolare della filosofia.


Miguel de Beistegui è professore di filosofia all’Università di Warwick (UK). Da tre anni insegna inoltre all’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi testi sul pensiero filosofico contemporaneo, tra i quali ricordiamo: The New Heidegger (Continuum, 2005), Truth and Genesis: Philosophy as Differential Ontology (Indiana University Press, 2004) e Thinking with Heidegger (Indiana University Press, 2003).

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Georg Simmel, Ernst Bloch, Martin Heidegger, T.W. Adorno, La questione della brocca

A cura di A. Pinotti


Isbn 9788884834638
Anno 2006
Euro 11,00





Che cosa è una cosa? Circondati, talvolta assediati dalle cose, usiamo volentieri il termine “cosa” per parlare d’altro, dimenticando proprio quel che fa di una cosa una cosa (ad esempio, di una brocca una brocca). Quattro grandi filosofi del Novecento provano qui a ricordarcelo. Ragionando di vasi, di brocche, di manici, Simmel e Bloch, Heidegger e Adorno ci offrono quattro casi esemplari di quel ritorno alle cose stesse che è stato non solo la parola d’ordine di un movimento filosofico particolare, la fenomenologia, ma anche un complessivo orientamento del pensiero contemporaneo verso l’esperienza nella sua vivente corporeità: un’esigenza urgente di concretezza che non significa cedimento all’empirismo, ma piuttosto delicata empiria, scrupolosa dedizione agli oggetti, infaticabile svelamento dei loro infiniti strati di senso. Il lettore può sperimentare qui quattro diversi stili, profondamente affini ma anche irriducibili nelle loro peculiarità, con cui la filosofia è tornata ad accostarsi ai molteplici sensi delle cose: a partire dal senso estetico, quello che in primo luogo e originariamente ci dischiude l’oggetto in quanto cosa della percezione e dell’immaginazione, aprendoci al mondo.

Georg Simmel, L’ansa del vaso (introduzione di Andrea Pinotti)
Ernst Bloch, Una vecchia brocca; Il rovescio delle cose (introduzione di Maurizio Guerri)
Martin Heidegger, La cosa (introduzione di Matteo Vegetti)
Theodor W. Adorno, Manico, brocca e prima esperienza (introduzione di Markus Ophälders)

Andrea Pinotti è ricercatore di Estetica all’Università degli Studi di Milano. Fra i suoi lavori, dedicati al rapporto fra filosofia, storia dell’arte e teoria dell’immagine, ricordiamo: Il corpo dello stile, Palermo 1998, Milano 20012; Piccola storia della lontananza, Milano 1999; Memorie del neutro, Milano 2001; Quadro e tipo, Milano 2004.

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Tommaso Tuppini, Kant. Sensazione, realtà, intensità



Isbn 9788884833736
Anno 2005
pp. 266
Euro 18,00



Sensazione, realtà ed intensità formano insieme una costellazione concettuale che fino ad ora non ha giocato un ruolo strategico nell'interpretazione del corpo filosofico kantiano. Non bisogna per ciò stesso sottovalutarne la portata speculativa. Come, infatti, il profilo di Kant riprodotto sulla copertina per poter apparire sembra dover uscire faticosamente dalla propria ombra, così certe tesi maggiori della Critica della ragion pura sembrano essere nient'altro che la traduzione in un ambito luminoso della rappresentatività di questa oscura costellazione. Di fronte alla natura della conoscenza che, puramente, dà sé a se stessa, sensazione, realtà ed intensità significano quella che Derrida chiamava "l'altra luce, quella luce nera e così poco naturale che è la veglia delle 'potenze dell'insensatezza' attorno al Cogito" (La scrittura e la differenza). Come dire che le famose tesi dell'Io penso, della purezza trascendentale della rappresentazione a priori, dello statuto oggettuale della cosa esperita non sono che il rovesciamento di tesi di carattere avverso la cui trama nascosta nel testo kantiano è tanto più forte ed ossessiva della trama manifesta. Attraverso la messa a tema delle nozioni di Io esisto, di un trascendentale “non puro”, di una cosalità a-temporale ed inoggettivata della cosa, il libro si sforza di dare un profilo il più compiuto possibile a questa trama nascosta a partire dalla cui comprensione le tesi maggiori del kantismo emergono non già come collocate una volta per tutte in snodi diversi di una rete concettuale comunque calcificata, ma in corso di formazione, in istato di tensione irrisolta con il loro fantasma, lentamente fuoriuscenti da quella chiara notte della rappresentazione che il soggetto vive nell'attimo della sensazione della realtà intensa, nell'occasione dell'incontro con le cose.

Tommaso Tuppini si è formato alle Università di Milano, Verona, Brema (dove è stato borsista del DAAD) e Parigi-I. Attualmente svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Verona. Ha pubblicato, fra l'altro, Deleuze e il cinema francese (insieme a Michele Bertolini et al., Mimesis, Milano 2002) e Ludwig Klages. L'immagine e la questione della distanza (Milano 2003).

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Francesco Colli, Alessandro Prandoni, L'Essere a due facce. Filosofia e ontologia nell'ultimo Merleau-Ponty



Isbn 9788884831199
Anno 2002
pp. 325
Euro 18,00



È ancora possibile la filosofia, dopo la crisi del pensiero e delle scienze nel Novecento? E che direzione può assumere, allora, un discorso sull'Essere che cerchi di sfuggire alle difficoltà della metafisica?
Attraverso una lettura della filosofia di Merleau-Ponty - e in particolare degli ultimi suoi scritti (L'occhio e lo spirito, Il visibile e l'invisibile, La natura, Notes de cours 1959-1961) nonché di alcuni materiali inediti - il presente volume intende affrontare questa duplice domanda.
Sforzandosi di superare l'alternativa metafisica fra visibile e invisibile, Merleau-Ponty ci introduce in una dimensione concettuale in cui sembra aperta una “terza via”, illustrata dalle nozioni di “carne” e “reversibilità”. E allo stesso tempo contribuisce a definire di nuovo lo statuto di un pensiero che, comunque tenuto a riflettere su se stesso, ha rinunciato alla pretesa di guardare il mondo dall'alto.
Il volume percorre questa via anche ricorrendo ad alcune “derive” filosofiche, legate ai nomi di Althusser, Spinoza, Platone, Nietzsche. Inoltre, comprende un'appendice dedicata all'interpretazione delle nozioni merleau-pontiane di “spazio” e “tempo” che, come risulta dai Papiers Merleau-Ponty, sembrano aprire uno scenario, anche ontologico, in buona parte inedito.

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Franco Paracchini, Le ragioni del tempo. Analisi fenomenologiche e ricerca sperimentale



Isbn 9788884831091
Anno 2002
pp. 297
Euro 17,00

A partire dall'abbagliante esordio in Agostino fino alle sottigliezze analitiche husserliane, le vie percorse dalla riflessione fenomenologica sul tempo sembrano urtare contro l'ostacolo di un'aporetica insuperabile. Nel percorso che questo libro propone al lettore, è delineata la via alternativa di una fenomenologia del tempo aperta ai contributi della ricerca sperimentale in ambito percettivo. Sulla scorta degli studi inaugurati da Albert Michotte sull'effetto finestra, l'enigma filosofico della permanenza degli oggetti nel tempo è sottoposto a un’accurata analisi. I risultati, elaborati in accordo con le intuizioni dell'ultimo Merleau-Ponty, dischiudono l'accesso a una soluzione dell'aporetica temporale e conducono a una proposta inedita circa le ragioni del tempo e le modalità del suo scorrere.

Franco Paracchini si laurea a Milano in filosofia con una tesi sulla psicopatologia di Karl Jaspers. Dopo aver conseguito la specializzazione in filosofia presso l'Università di Ginevra, intraprende gli studi dottorali tra Ginevra e Parigi (presso l'école normale supérieure). Ottiene il dottorato di ricerca a Ginevra con una tesi sulla fenomenologia del tempo. Insegna attualmente presso la medesima Università.

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Erwin Straus, Henry Straus, L'estetico e l'estetica. Un dialogo nello spazio della fenomenologia

A cura di A. Pinotti

Isbn 9788884833124
Anno 2005
pp. 133,
Euro 14,00

Erwin Straus e Henri Maldiney dialogano nello spazio della fenomenologia. Fenomenologia è per loro uno spazio allargato per l’esercizio del pensiero, che abbraccia l’esplorazione del mondo della vita dell’ultimo Husserl, l’analitica esistenziale di Heidegger, la psichiatria di Binswanger e Minkowski, le indagini merleau-pontyane sulla corporeità. In entrambi l’indagine dell’essere umano nelle sue strutture esistenziali e nella concretezza delle sue prassi mondane conduce a una generale ontologia fondata su basi estetiche. Nello spazio della fenomenologia il pensiero di Straus e quello di Maldiney dialogano in primo luogo dello spazio: del senso dell’esperienza della spazialità, e dei modi plurali connessi al sentire lo spazio e sentirsi nello spazio: nella vita, nell’arte, nella follia. I loro contributi alla chiarificazione di tale problematica sono da annoverarsi fra i momenti più rappresentativi della filosofia novecentesca della spazialità.

Andrea Pinotti è ricercatore di estetica all’Università degli Studi di Milano. I suoi campi di indagine sono il rapporto fra estetica e storia dell’arte, le teorie dell’immagine, l’estetica fenomenologica. È autore di: Il corpo dello stile (Palermo 1998); Piccola storia della lontananza (Milano 1999); Memorie del neutro (Milano 2001); Quadro e tipo (Milano 2004).

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Pierre Rodrigo, La stoffa dell'arte

A cura di R. Boccali


Isbn 9788884832470

Anno 2005

 pp. 144

Euro 14,00


Sospesa tra realtà e idealità, l’opera d’arte è stata sempre pensata filosoficamente in termini di rappresentazione imitativa, slancio spirituale gravato di materia o, nel migliore dei casi, figurazione sensibile dell’Idea. 
Il migliore dei casi si rivelò tuttavia anche il peggiore: votandosi alla manifestazione dell’Assoluto, l’opera dovette morire in quanto opera d’arte.
Interrogare “la stoffa dell’arte” equivale a cercare un altro rapporto tra il significato e la materialità, un’altra tessitura di senso: significa iniziare a pensare le opere a partire dalla loro interna trama logica e non più sulla base del “grande racconto” idealista del Senso.
Questo progetto presuppone una critica delle comuni categorie estetiche, che partecipano a un universo logico del tutto estraneo alla fenomenicità delle opere; difatti, l’estetica filosofica e la storia idealista dell’arte hanno prodotto sempre uno strappo nel tessuto unitario dell’esperienza artistica.
Il testo cerca di fornire un’analisi globale di tale esperienza. L’“elemento” che alla fine del percorso viene riportato alla luce si rivela più “arcaico” delle coppie materia/forma, disegno/colore, sensibile/intelligibile: risulterà pertanto imprescindibile un’analisi dell’effetto di macchia e della resistenza che l’opera oppone all’estetica.

Pierre Rodrigo è docente di Filosofia presso l’Université de Bourgogne di Digione; i suoi interessi si rivolgono principalmente alla filosofia antica, alla fenomenologia e all’estetica. Tra le sue opere: Aristote, l’éidetique et la phénoménologie, 1995;Aristote ou l’unité du multiple, 1997; Henri Bergson, La Pensée et le Mouvant. Présentation et Commentaire, 1998; Aristote et “les choses humaines”, 1998;Gadamer et les Grecs, 2004 (con J.-C. Gens e P. Kontos); ha inoltre curato, con J.-C. Gens, Esthétique et Herméneutique. La fin des grands récits?, 2004. Questo è il suo primo libro pubblicato in italiano.

Renato Boccali è dottorando in Filosofia e scienze umane presso l’Università degli Studi di Perugia. Collabora con le cattedre di Analisi dei movimenti artistici e di Estetica presso lo IULM di Milano. È coautore di La narrazione come traccia. Percorsi e forme del raccontare attraverso lo sguardo nel Novecento, 2002.

Gioacchino Molteni, Introduzione a Michel Henry. La svolta della feonomenologia



Isbn 9788884833108
Anno 2004
pp. 293
Euro 18,00


La fenomenologia storica del puro atto intenzionale, totalmente spoglio di vissuti, è la celebrazione di un atto di vedere che è vuoto e che, in quanto tale, non può vedere nulla. M. Henry, ritrovando il vissuto – fatica, gioia, dolore… – dell'atto intenzionale, vissuto che si rivela a sé stesso anteriormente e indipendentemente da ogni relazione e da ogni opposizione (atto e suo oggetto), può portare la fenomenologia al suo approdo naturale e necessario, quello dell'automanifestazione e dell'identità pensiero-sentimento.

Gioacchino Molteni ha fatto il dottorato in filosofia all'Institut Supérieur de Philosophie di Lovanio con A. De Waehlens; ha insegnato filosofia in un liceo classico di Milano e Introduzione alla Teologia all'Università Cattolica dove ha pubblicato diversi scritti nella collana Testi Universitari dell'Editrice Vita e Pensiero.

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Sara Guindani, Lo stereoscopio di Proust. Fotografia, pittura e fantasmagoria nella Recherche




Isbn 9788884832551
Anno 2004
pp. 137
Euro 9,00




Una lunga tradizione critica ha posto tra i meriti di Marcel Proust quello di aver riabilitato, nella ricerca della verità, il gusto e l’olfatto, sensi abitualmente trascurati dalla cultura occidentale, sottintendendo implicitamente un ridimensionamento del ruolo della vista nel cammino verso il Tempo ritrovato. Tuttavia Proust non cessa di intessere la trama del proprio racconto con allusioni al mondo dell’ottica e della visione, impreziosendola con riferimenti insistiti alle arti visive per eccellenza, quali la pittura e la fotografia, che paiono suggerire allo scrittore un analogon della propria poetica. La vista non sembra dunque senso marginale nella Recherche. Seguendo una strada interpretativa aperta da Paul Ricœur, questo saggio si propone allora di pensare la possibilità di una “soluzione ottica” dell’opera di Proust, in cui Tempo e visione si svelino insieme, lasciandoci intuire l’impossibilità di ripensare l’orizzonte temporale senza ripensare, simultaneamente, quello visibile. 

Cariou Marie, Barbaras Renaud et Bimbenet Etienne, Merleau-Ponty aux frontières de l'invisible

Isbn 9788884831857

Anno 2003 

pp. 282

Euro 22,00

Textes de:
Marie Cariou, Jean-Claude Beaune, Denis Forest, Jean-Jacques Wunenburger, Etienne Bimbenet, Jacques Garelli, Pierre Rodrigo, Mauro Carbone, Alexandra Renault, Alain Flajoliet, Pacal Dupond, Pierre Cassou-Noguès, Renaud Barbaras, Leonard Lawlor, Françoise Dastur, Clara da Silva-Charrak, Jenny Slatman, Emmanuel de Saint-Aubert.


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Jean-Paul Sartre, Le Troiane

a cura di P. Bignamini



Isbn 9788884832802
Anno 2005
pp. 102
Euro 9,00 

Scritta a Roma nel 1964, Le Troiane è l'ultima delle opere teatrali di Jean-Paul Sartre. Concepita come un adattamento del testo di Euripide, la pièce viene qui per la prima volta tradotta e pubblicata in Italia. Ne Le Troiane Satre ritorna ai classici greci, abbandonati dai tempi de Le mosche, e sceglie di parlare dell'attualità attaverso l'universalità della tragedia. L'autore ha sotto glia occhi iìla guerra d'Algeria, ma le immagini che la sua singolare rposa poetica evoca sono quelle dei conflitti dei nostri tempi, di una barbarie che non ha epoca. Le Troiane si impone come ennesima tappa di quel "teatro dell'attualità" che Sartre ha sempre cercato di realizzare: in occasione del centenario della sua nascita (1905-2005) questa pièce mette in luce tutta la potente contemporaneità della parola sartriana.

Paolo Bignamini, curatore del volume è giornalista e autore teatrale, dirige il circuito teatale ScenAperta della Provincia di Milano e il Progetto Sartre per la diffusione del teatro sartriano in Italia.


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Jaques Garelli, De l'entité à l'événement. La phénoménologie à l'épreuve de la science et de l'art contemporains


Isbn 9788884832357 

Anno 2004

pp. 200

Euro 18,00 


Les sept études composant cet ouvrage s’organisent autour de l’opposition qui se dessine progressivement entre entités etévénements, opérations et structures. Elles s’inscrivent dans le sillage ouvert par Rythmes et mondes et Introduction au logos du monde esthétique, dans le sens où la phénoménologie des derniers travaux de Merleau-Ponty est mise en rapport avec certains courants de l’épistémologie contemporaine. D’abord et de manière centrale, la conception simondiennne de l’allagmatique, en tant que théorie des échanges et des changements, qui révèle la dimension opératoire des structures étudiées. Cette attitude méthodologique est enrichie historiquement par une médiations sur la dimension opératoire du Cogito cartésien et sur la théorie de l’acte analogique inspirée par la démarche platonicienne du Sophiste.
Compte tenu de ces analyses, l’ouvrage examine les thèses de la physique quantique, telles qu’ellles sont questionnées dans le cours de Merleau-Ponty sur 
La Nature, celles récentes de l’astrophysique, les approches linguistiques de Saussure, réévaluées en fonction de la découverte des manuscrits de l’Orangerie, les thèses de la psychopatologie influencées par les réflexions de lacan sur la notion de structure.
D’autre part, l’enquête révèle la dimension ontologique des oeuvres d’art picturales, romanesque et poétiques, dont le mouvement opératoire irréducible à un statut structural, strictement formel, est interprété selon la double approche entrecroisée des jugements réfléchissants kantiens et de la problématique anté-prédicative de l’être-au-monde.
Entrangère à l’idée de synthèse dialectique, comme à une attitude éclectique juxtaposant philosophie, sciences et arts, radicalement opposée à un formalisme de style sémoitique comme aux jeux abstraits de déconstruction, cette approche dégage une certaine conception de l’événement, opposé à la notion d’origine substantialiste d’entité abstraite. Attitude qui conduit à une médiation philosophique originale sur l’acte de scientifique et artistique, dont chacune des études tient à préserver la spècificité et l’énigme.

Jacques Garelli, philosophe et poète. Il a enseigné aussi bien la littérature que la philosophie dans les Universités de Yale, de New York (N.Y.U.) et d’Amiens. Ouvrages de philosophie et d’esthétique: La gravitation poétiqueLe recel et la dispersionArtaud et la question du lieuLes temps des signes; Rytmes et mondes;Introduction au logos du monde esthétique, Sur la mémoire du monde, in Penser le poèmePoèmesBrècheLes Dèpossessions, suivi de Prendre appuiLieux précaires; L’Ubiquité d’être, suivi de Difficile séjourArchives du silence, suivi deRécurrences du songeL’Entrée en démesure, suivi de L’Ecoute et le regard.


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Henri Maldiney, Della transpassibilità


A cura di F. Leoni

Isbn 978884832950
Anno 2004
pp. 119
Euro 9,00

Henri Maldiney (Meursault, Cote l’Or, 1912) è uno dei maggiori pensatori francesi della seconda metà del Novecento. Successore di Merleau-Ponty a Lione, discepolo di Heidegger e Binswanger, è autore di un’opera filosofica inconfondibile per fascino di scrittura e originalità di pensiero. La sua parabola creativa è stata appartata ma capace di esercitare un durevole influsso su almeno due generazioni di intellettuali (Gilles Deleuze e Pierre Fédida, tra gli altri, si sono più volte richiamati alle sue analisi). Il saggio che qui traduce per la prima volta in italiano, Della transpassibilità, intreccia sinteticamente i temi di fondo di tutta la riflessione di Maldiney: dall’ontologia all’estetica alla psicopatologia. Interroga con rigore implacabile i nodi teoretici dell’evento e della follia, del corpo e della passività, della percezione e della pulsione. Quello del “senso” è forse l’enigma che anima, più nel profondo, il domandare martellante e insieme cristallino.

Federico Leoni svolge attività di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano. Ha curato una raccolta di Eugène Minkowski, Cosmologia e follia (Napoli 2000). È autore di Follia come scrittura di mondoSaggi su Minkowski, Stratus, Kuhn (Milano 2001). Ha in corso di pubblicazione il volume Senso e crisiDel corpo, del ritmo, del mondo. Con Mimesis ha pubblicato L’inappropriabile. Figure del limite in Kant(2004).


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Mauro Cabone, David Michael Levin, La carne e la voce. In dialogo tra estetica ed etica




Isbn 9788884831482
Anno 2003
pp. 131
Euro 11,00

Dalla questione del trapianto d’organi a quelle della relazione con gli altri esseri viventi, con la Terra e persino con i corpi inanimati presenti su di essa: anche la filosofia risulta sollecitata dall’esigenza di nominare e descrivere le trasformazioni sempre più accelerate cui la nostra esperienza del corpo e del suo incontro col mondo risulta sottoposta. Perciò la nozione di "carne", nei suoi diversi significati e molteplici rinvii, sta rapidamente assumendo una posizione centrale nel dibattito filosofico internazionale. Nato appunto dall’originare confronto tra due filosofi di diversa nazionalità, il presente volume interviene in quel dibattito ,ripercorrendolo, puntualizzandolo, sviluppandolo. Così Mauro Carbone e David Michael Levin ne approfondiscono tanto il versante estetico di riflessione sulla percezione e sull’arte — questa’ultima convocata negli esempi diversamente "estremi" di Paul Gauguin e Francis Bacon — quanto il versante etico la cui voce si rivela peculiare origine, allacciandoli attraverso un dialogo che fonda e chairisce le loro reciproche implicazioni.

Mauro Carbone è professore di estetica all’Università degli Studi di Milano. E’ autore dei volumi Ai confini dell’esprimibile. Merleau-Ponty a partire da Cézanne e da Proust (Milano 1998, terza ed.), Il sensibile e l’eccedente. Mondo estetico, arte, pensiero (Milano 1996), Di alcuni motivi in Marcel Proust (Milano, 1998), La visibilité de l’invisible. Merleau-Ponty entre Cézanne et Proust (Hildesheim 2001).

David Michael Levin è professore di filosofia presso la Northwestern University di Chicago. Ha diretto la collana "Studies in Phenomenology and Exsistential Philosophy" presso la Northwestern University Press ed è autore di molti importanti libri sul pensiero moderno e postmoderno. Il più recente ha per titolo The Philosopher’s Gaze: Modernity in the Shadow of Enlightenment (Berkeley-Los Angeles, 1999).


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Jan Patocka, Il mondo naturale e la fenomenologia

A cura di A. Pantano
con un testo di G.D. Neri


Isbn 9788884831601
Anno 2003
pp. 158
Euro 9,00


Allievo sia di Husserl sia di Heidegger, per il suo progetto di sviluppare la ricerca del primo coniugandola con la svolta ontologica del secondo, il boemo Jan Patocka (Turnov 1907-Praga 1977) è considerato uno degli interpreti più originali della fenomenologia contemporanea.
Filo conduttore del pensiero di Patocka è una rinnovata riflessione sul mondo naturale, indagato nella complessità dei suoi rapporti con l’esistenza umana. Per la prima volta questa riflessione viene qui presentata al lettore italiano attraverso i suoi saggi più significativi, composti tra il 1965 e il 1972: gli anni in cui Patocka conduce la propria riflessione filosofica nella dura situazione di emarginazione cui è sottoposto dal regime totalitario cecoslovacco.

Alessandra Pantano è specialista del pensiero di Jan Patocka, che ha studiato anche mediante alcuni soggiorni presso l’archivio Patocka di Praga. Ha curato la traduzione e l’introduzione di alcuni testi filosofo ceco per le riviste "aut aut" e "humanitas".

Dov’è la donna? Pensare l’arte e la scienza oggi

A cura di Stefano Moriggi
con testi di P. K. Feyerabend, A. Pinotti, E. Franzini, M. Carbone, M. Guerri, A. C. Bellati, G. Giorello

Isbn 9788884831288
Anno 2003
pp. 118
Euro 11,00

Perché un dipinto di F. Léger, in cui le fattezze di una donna si scompongono in un inestricabile intreccio di piani e colori, dovrebbe risultare "realistico" almeno quanto una teoria sceintifica corroborata dall’esterienza? Recuperando questa e altre provocazioni contenute in un magistrale intervento di Paul K. Feyerabend (1924-1994) — uno dei più grandi e provocatori filosofi della sceinza contemporanei — il presente volume si propone di approfondire i possibili punti di incontro tra due mondi apparentemente privi di comunicazione come quello dell’arte e quello della scienza. A partire dalle tesi del filosofo austriaco per cui le tradizioni scientifiche si succedono, non diversamente degli stili artistici, senza quella continuità che una versione "progressiva" della storia (della scienza e dell’arte) richiederebbe, alcuni dei protagonisti dell’attuale dibattito relativo all’estetica e all’epistemologia affrontano questioni cruciali al fine di comprendere che tipo di conoscenza del mondo è in grado di dare un’opera d’arte e se questa sia veramente inconfrontabile con quella scietifica, oppure fino a che punto un ateoria dell’arte possa far luce sulle dinamiche interne al dipanarsi dell’impresa scientifica stessa.

Stefano Moriggi è dottorando di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano e collabora con le cattedre di Filosofia della scienza ed Epistemologia delle sceinze umane.