martedì 21 luglio 2009

Amedeo Vigorelli, Il disgusto del tempo. La noia come tonalità affettiva



Isbn 9788884839015
Anno 2009
pp. 213
Euro 15,00



La noia come tonalità affettiva fondamentale, legata al sentimento del tempo, è posta da questo studio al centro di un ripensamento etico dei problemi dell’antropologia filosofica. L’approccio interdisciplinare a questo tema, difficile e sfuggente, ha dovuto tener conto sia delle classiche impostazioni della psicologia fenomenologica e della psicoanalisi esistenzialista, sia degli studi dell’antropologia storica e della storia dei concetti. Nei tre capitoli, in cui è articolato il volume, viene analizzata la struttura ontologica della noia, in quanto sentimento vitale; la sua specifica intenzionalità, rivolta al sentire temporale; la sua tipicità storica e antropologica, come tonalità minore della melanconia. Il confronto con le interpretazioni di Heidegger, Sartre e Jankélévitch, così come le suggestioni ricavate dalle ricerche di Kolnai, Minkowski e Binswanger, hanno consentito un’esauriente chiarificazione fenomenologica del tema. Il percorso storico, attraverso l’acedia di Petrarca, l’ennui di Pascal, la melanconia di Leopardi, introduce il lettore a una stimolante disamina della modernità del sentimento, che si apre su nuove indagini.


Amedeo Vigorelli è professore di Filosofia Morale all’Università degli Studi di Milano. Oltre alla trilogia di monografie dedicate alla Scuola di Milano: L’esistenzialismo positivo di Enzo Paci (Milano 1987), Piero Martinetti. La metafisica civile di un filosofo dimenticato (Milano 1998), La nostra inquietudine (Milano 2007), con il presente volume si completa una parallela trilogia morale, i cui precedenti volumi sono rappresentati da:
Il riso e il pianto. Introduzione a Schopenhauer (Milano 1998) e L’animale eccentrico. Dall’antropologia filosofica all’etica comunitaria (Milano 2003).

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