martedì 21 luglio 2009

Maurice Merleau-Ponty, Le avventure della dialettica


Isbn 9788884838001
Anno 2009
Euro 18,00

Introduzione di Mauro Carbone
Nuova edizione italiana e postfazione a cura di Davide Scarso

Le avventure della dialettica è stato definito il “libro maledetto” di Merleau-Ponty. Nulla di strano: si sa che chi precorre i tempi deve attenderne l’arrivo in condizioni scomode, come si sa che i libri maledetti sono spesso precursori. È senz’altro il caso di questo, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1955, i cui approdi – dichiarando finita la credibilità dell’ideologia comunista senza dover neppure attendere, diciotto mesi dopo, la rivolta d’Ungheria e la sua sanguinosa repressione da parte sovietica – anticipavano di trentaquattro anni la caduta del muro di Berlino.
Ma attenzione: Le avventure della dialettica non si limita a precorrere ciò. Più ancora, esso cerca d’impostare i problemi che si sarebbero aperti proprio con la caduta del muro di Berlino, ovvero quei problemi che la fine della credibilità dell’ideologia comunista non cessa di porre a chi, in tale fine, non si convince a leggere la confessione storica dell’insuperabile bontà del sistema capitalistico.
Infatti, crollato oggi il castello di tali trionfalistici annunci, ecco tornare l’esigenza di quell’interrogazione filosofica della storia e di quell’interrogazione storica della filosofia che Merleau-Ponty magistralmente pratica nelle Avventure della dialettica. Perciò la riflessione sull’epoca presente può trovare qui il dono di un pensiero per lei sorprendentemente prezioso.

Maurice Merleau-Ponty (1908-1961), giudicato il più importante filosofo francese d’indirizzo fenomenologico e uno dei più originali del XX secolo, ha insegnato all’Università di Lione, poi alla Sorbona e infine al Collège de France, la massima istituzione universitaria francese. Fra i suoi altri libri, vanno ricordati almeno Fenomenologia della percezione (1945, ed. it. Bompiani, Milano 2003), il più importante da lui ultimato, le raccolte di articoli intitolate Senso e non senso (1948, ed. it. Net, Milano 2004) e Segni (1960, ed. it. Net, Milano 2003), nonché il postumo
Il visibile e l’invisibile (1964, ed. it. Bompiani, Milano 20075), che registra i più maturi sviluppi del suo pensiero.

Mauro Carbone è professore di Estetica contemporanea nell’Università degli Studi di Milano. Considerato a livello internazionale uno dei più importanti specialisti della filosofia di Merleau-Ponty, cerca di prolungare l’ispirazione del pensiero francese contemporaneo in un’autonoma elaborazione teorica. Tra i suoi ultimi volumi: Essere morti insieme. L’evento dell’11 settembre 2001 (Bollati Boringhieri, Torino 2007) e Sullo schermo dell’estetica. La pittura, il cinema e la filosofia da fare (Mimesis, Milano 2008).

Davide Scarso è dottorando in Filosofia presso la Universidade Clássica di Lisbona, dove sta ultimando una tesi su Maurice Merleau-Ponty e Claude Lévi-Strauss. Ha pubblicato vari articoli sul pensiero di questi autori in riviste e opere collettive. È redattore della rivista internazionale di studi merleau-pontiani “Chiasmi international”.

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